In sintesi la ricerca-azione si poggia su 5 cardini fondamentali:
- la modificazione del sistema ha come obiettivo di generare conoscenza critica sul sistema stesso;
- la procedura è di tipo sperimentale;
- il coinvolgimento degli interessati è indispensabile;
- l’apprendimento dei soggetti coinvolti è un esito importante del processo;
- l’apprendimento è importante soprattutto in quanto rende i soggetti coinvolti capaci di intraprendere azioni specifiche sul sistema.
La ricerca azione si è sviluppata negli anni a seguire in varie direzioni (sviluppo organizzativo, sviluppo del management, di comunità, apprendimento adulto e cambiamento sociale globale) proponendosi come nuovo paradigma rispetto ai riduzionismi razionalistici in ambito sociale del determinismo tecnologico e del positivismo scientifico ad oggi ancora prevalenti.
Il movimento di scienziati sociali, che continuano a sperimentare varie forme di ricerca-azione, si propone di bilanciare l’indubbia utilità del positivismo e del riduzionismo con forme partecipate e ampie di indagine e intervento su importanti problemi della società (Pastore in Reason e Bradbury, 2001).
Interessante lo sviluppo promosso da Argyris e Schoen (1998) per l’apprendimento organizzativo che ha avuto il pregio di focalizzare la necessità di una figura di ricercatore-consulente in grado di aiutare a riconoscere le exposed theories e le theories in use, in un percorso di apprendimento organizzativo, ma la cui prospettiva è stata criticata “per privilegiare eccessivamente, soprattutto nei lavori di Argyris, l’aspetto psicologico dell’apprendimento e la natura clinico terapeutica dell’intervento, a scapito della dimensione strutturale e organizzativa” (Lanzara, 1996).
Gli ultimi tre decenni hanno di fatto testimoniato una transizione nel modo in cui molti intellettuali hanno visto la relazione tra teoria e pratica.
L’insistenza accademica sulla neutralità dell’osservatore nell’investigazione, l’incidenza dei problemi nella vita reale, la schiacciante ricorrenza di crisi strutturali quasi ovunque ha portato molti ricercatori in campo socio-economico a prendere delle posizioni diverse riguardo alla possibilità di avviare dei cambiamenti ritenuti necessari.
Si è avviato quindi un ampio dibattito e confronto internazionale su tali tematiche, nell’ottica evidenziata da Gustavsen (in Reason e Bradburry, 2001), che: “ se le scienze sociali si propongono di aiutare a costruire il futuro e non solo di interpretare il passato, si dovrà superare la tradizione descrittivo-analitica”.
La ricerca azione si propone come uno degli strumenti più efficaci ed è oggetto di sperimentazioni in varie realtà socio-economiche nell’ambito di un dibattito culturale internazionale; si è sviluppata partendo da un processo di critica delle teorie e pratiche sociali fondate sulla razionalità cartesiana, sfidando il dualismo e la scienza positivista.
Nella ricerca-azione la relazione tra soggetto e oggetto è intersoggettiva, entrambi sono attori sociali, prodotto e produttore di percorsi sulla base di una mutua relazione; qui l’oggetto empirico non ha più un ruolo passivo, ma attivo, come anche il ricercatore che non è più solo osservatore; la relazione tra ricercatore e soggetto di studio è esplicito e collaborativo, caratterizzato da coinvolgimento in eventi o azioni sociali (French e Bell, 1998).
La ricerca-azione diventa uno strumento imprescindibile per studiare sistemi complessi, considerati, come sostiene Morin, un insieme di variabili eterogenee, di tipo soggettivo e oggettivo, conoscibili solo nello studio della loro interazione; non è possibile conoscere un sistema complesso astraendone le variabili e studiandole in modo distaccato dalla situazione dalla quale originano.
Caratteristica particolare della ricerca-azione è infatti quella di voler coniugare la messa in opera di meccanismi di azione, che vanno a incidere direttamente sulla realtà oggetto di indagine e di intervento, con l’acquisizione di conoscenze, utilizzando metodologie quantitative e qualitative quali, per esempio, interviste strutturate e semistrutturate, questionari, focus group territoriali, forum pubblici.
Le ipotesi di ricerca e di azione non sono mai stabilite in modo rigido, ma si definiscono e si modificano parallelamente al calarsi del ricercatore nell’ambiente oggetto dell’intervento e al suo prendere contatto con gli attori e i gruppi sociali in esso presenti, i quali vivono un percorso di apprendimento nei termini di un processo ciclico di riflessione e prassi.
La ricerca-azione non fornisce una “fotografia fredda” del contesto in cui opera, ma avvia delle dinamiche di soluzione dei problemi, portando così alla luce potenzialità latenti e inespresse di persone, istituzioni o gruppi. In quest’ottica, gli strumenti tradizionali della ricerca sociale utilizzati nel corso dell’intervento (interviste, focus group, questionari ecc.) vengono interpretati come veicoli di trasmissione di messaggi, più che come mezzi per la rilevazione oggettiva di dati e raccolta di informazioni. Le scelte vengono fatte congiuntamente rispetto al focus della ricerca, il quadro contestuale, il metodo da usare, assunti e persone da coinvolgere per comprendere la realtà. Ogni scelta è il risultato dell’interazione dei ricercatori e dei soggetti di studio in uno sviluppo congiunto di processi. In tal senso si deve considerare che tensioni, divergenze di opinioni, lotte di potere e incertezze, non dovrebbero essere viste come reazioni ai tentativi di cambiamento, ma piuttosto come fonti di innovazione e inseparabilmente connesse alle trasformazioni.
Questione aperta nei gruppi internazionali di action research a cui partecipa Ircres CNR sono due:
-il lavoro sulla qualità delle interazioni e l’apprendimento
-la possibilità di trasformare le strutture rigide all’interno della quale si avviano i percorsi di cambiamento.
Su questi due punti si è concentrata la ricerca Ircres CNR in questi anni, a cui la Metodologia per la leadership orizzontale e le organizzazioni integrate (LOOI) propone interessanti innovazioni.
Pur avendo raggiunto un grado di maturità a fronte di molti anni di sperimentazioni e applicazioni in progetti di sviluppo organizzativo, locale e placement, essa si pone come una metodologia in continuo sviluppo per nuove declinazioni applicative in base alle esigenze attuali.
Per approfondimenti sulla ricerca azione e il confronto con altri approcci di ricerca si veda la voce Action research in “Per approfondire”